L’Associazione Culturale Nina onlus, fondata in Civitella del Tronto il 27 febbraio 2016, memoria di San Gabriele dell’Addolorata, è nata con lo scopo di preservare e conservare il patrimonio storico-artistico locale, facendolo conoscere ad un sempre maggior pubblico, promuovere lo studio e la ricerca, reperire fondi per ampliare l’esposizione e proseguire nell’attività di salvaguardia. Dal maggio 2016 è il gestore del Museo NINA di Civitella del Tronto (Teramo), dove si conserva la Storia delle famiglie nobili civitellesi, che per secoli hanno sorvegliato il confine nord del Regno di Napoli.

È stata dedicata, come il Museo, a “Nina”, Gaetana Graziani, perché è grazie a lei che oggi è possibile ammirare la maggior parte delle opere conservate nel Museo civitellese. Nell’agosto 2020 parte una nuova grande sfida: la musealizzazione del Palazzo Boschi, Rivani e Garagnani in Casalecchio di Reno.

Nasce così Casa Museo NENA, in ricordo di Maria Maddalena Garavini, familiarmente chiamata “Nena”, un luogo dove camminando nei saloni, nelle stanze e lungo le grandi logge ci si perde nel passato e nelle storie di chi vi ha abitato.

Il Museo non è un luogo statico ma è il posto dove si raccoglie la nostra storia, il nostro essere e lo si tramanda alle generazioni future.

Le famiglie che vi hanno vissuto

Le prime notizie riguardanti la villa di Ceretolo di Casalecchio di Reno appartenuto alla famiglia Boschi si hanno già verso la fine del XVII secolo e i primi anni del XVIII secolo.

La tenuta, comprendente la villa e il terreno circostante, venne acquistata dal Marchese Boschi nel 1745 dall’eredità dei Segni. In quell’epoca presentava una torre colombaia, oggi distrutta. Nei primi dell’Ottocento cambiò di nuovo proprietà ed, insieme all’azienda agricola che lo circondava, divenne proprietà della nobile famiglia dei Rivani. Nel 1937, alla morte della nobildonna Angiolina Garagnani, vedova di Angelo Rivani, passa in eredità al nipote Conte Vincenzo Garagnani che a sua volta la lascia alla figlia Contessa Cesarina Garagnani Garavini.


Quest’ultima sposò Tommaso Garavini, ingegnere, la cui famiglia era di origine napoletana (la tomba di famiglia è custodita nella Cappella della Congregazione del Crocifisso della Sciabica, a Napoli): la loro vita si divise tra Roma, dove lui aveva il suo studio professionale e dove ricoprì il ruolo di Gentiluomo di Sua Santità, precisamente di Cameriere Segreto di Cappa e Spada, e Ceretolo. A loro si deve un ulteriore restauro dopo i danni causati dalla Seconda Guerra. La casa divenne la loro residenza negli anni del riposo. Dal loro matrimonio nacquero due figlie, Maria Maddalena e Maria Letizia.

 


La villa 

La casa presenta la tipica disposizione delle ville del bolognese con loggia passante e sale laterali sia al pian terreno che al primo piano. Al corpo di fabbrica centrale si affiancano due corpi laterali simmetrici, nonché un hortus conclusus nel lato occidentale e un giardino all’italiana nel lato orientale. La disposizione è anomala in quanto la facciata principale è rivolta a levante, probabilmente proprio per avere lo sguardo rivolto verso il colle della Guardia.

Nei primi dell’Ottocento il complesso è stato oggetto di restauri: la loggia, le sale del pian terreno e la cappella vengono decorate con motivi neoclassici “pompeiani”.



La Cappella

La cappella interna è dedicata al Sacro Cuore di Gesù e si apre verso il salone: presenta un altare con paliotto di scagliola policroma, arte carpigiana del XVIII secolo ed è adorna nel soffitto di decorazioni ottocentesche. Vi è anche un’antica Via Crucis eretta nell’oratorio del Marchese Paris Boschi il 25 giugno 1889 da un certo Padre Biagio da Bargi.



Associazione Culturale NINA  onlus

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